Stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, più del 35% della popolazione italiana in età adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa.1
Per decenni è stata una consuetudine dare la colpa solo alle cattive abitudini per giustificare l’incapacità di dimagrire della popolazione.
E mentre alcuni scienziati continuano a essere convinti che i problemi legati al peso siano il risultato della combinazione di dieta e scelte di allenamento scorrette, delle recenti ricerche sembrano smentire questa corrente di pensiero.
Queste ricerche suggeriscono che, invece di esaminare la dieta individuale e le scelte relative all’esercizio fisico, bisognerebbe adottare una visione d’insieme e guardare al nostro ambiente.
“Anche coloro che si trovano nella parte inferiore della curva dell’IMC stanno ingrassando”, afferma Robert H. Lustig, autore di oltre 100 articoli scientifici e professore di pediatria clinica presso l’UCSF. “Qualunque cosa stia accadendo alla popolazione, è la spia di un innesco ambientale”. 2
Ciò ha indotto gli scienziati a portare alla luce prove convincenti secondo le quali sostanze chimiche farmaceutiche, industriali e di origine alimentare, possono esercitare un’influenza negativa sul metabolismo umano.
Questi cambiamenti metabolici potrebbero condurre al sovrappeso e all’obesità, oltre a rendere molto più difficile il processo di perdita di peso.
Le sostanze chimiche artificiali responsabili di questo effetto sono chiamate “obesogeni”.
Bruce Blumberg, professore di biologia presso l’UCI, ha coniato il termine “obesogeno” nel 2006, quando ha scoperto che alcune sostanze chimiche provocavano un aumento di peso nei topi di laboratorio. 3
Da allora, i fattori chimici scatenanti l’obesità sono stati oggetto di ulteriori ricerche sugli esseri umani. È stato scoperto che gli obesogeni sono in grado di alterare il metabolismo umano in vari modi.
Ad esempio, queste sostanze chimiche artificiali possono:
In effetti, alcuni obesogeni sono associati a un numero maggiore di problemi, rispetto alla sola obesità. Possono anche essere collegati ad altri disturbi ormonali, come anomalie congenite, pubertà precoce (nelle ragazze), demascolinizzazione (negli uomini), cancro al seno e altre patologie.
La persona media entra in contatto tutti i giorni con gli obesogeni. Il BPA, i parabeni e i ftalati ne sono esempi comuni. Si possono trovare in contenitori di plastica, biberon, giocattoli, cosmetici e addirittura negli utensili da cucina.
E mentre sono stati effettuati dei progressi nell’eliminazione di queste sostanze chimiche da tali prodotti, il vero rischio si nasconde nell’alimentazione…
Alcuni obesogeni sono presenti nei cibi e nelle bevande che consumiamo. E ne siamo all’oscuro.
Quando ingeriti, gli obesogeni hanno campo libero per iniziare a interferire sulla funzionalità ormonale, oltre a prendere il controllo del tuo metabolismo.
Quindi, se hai difficoltà a perdere peso, la ragione potrebbe risiedere nei tipi di cibo che mangi piuttosto che nelle calorie.
Gli obesogeni più diffusi negli alimenti sono i fitoestrogeni. Si trovano in molti cibi ad alto contenuto di carboidrati, ad esempio:
Se guardiamo da vicino il contenuto nutrizionale di questi alimenti, è evidente che sono ricchi di carboidrati.
E poiché l’italiano medio introduce più della metà delle calorie giornaliere attraverso i carboidrati, non c’è da stupirsi che molte persone manifestino delle difficoltà a dimagrire: la dieta tipica è piena di obesogeni.
“[Gli obesogeni] modificano i set point metabolici, determinando un aumento di peso”, spiega il professor Blumberg. “Se si segue la classica dieta ricca di carboidrati e di grassi che consumiamo, probabilmente si tenderà a ingrassare”.
Quindi, per ridurre al minimo l’impatto degli obesogeni sull’organismo, dovremmo ridurne il consumo o, meglio ancora, eliminarli del tutto.
È evidente che se dovessimo progettare una dieta priva di obesogeni, essa dovrebbe anche essere a basso contenuto di carboidrati. Non ci sono scorciatoie.
Ti starai chiedendo il perché.
Consumando carboidrati, possiamo involontariamente ingerire i fitoestrogeni al loro interno e gli obesogeni artificiali utilizzati per coltivare il cibo.
Pensaci. I cereali e i legumi, di questi tempi, possono essere coltivati con l’impiego di erbicidi, pesticidi e fungicidi, alcuni dei quali sono noti obesogeni industriali.
Quindi, a meno che tu non sappia esattamente da dove arrivano il pane e la farina d’avena che metti in tavola, la soluzione migliore per la perdita di peso è una dieta che li esclude: la dieta chetogenica.
In un certo senso, sì. Recentemente, si sono compiuti degli enormi passi in avanti in questo ambito, che aiutano sia a perdere peso sia a risanare il danno metabolico.
Gli esperti di nutrizione hanno sviluppato un approccio rivoluzionario, che combina due potenti meccanismi di combustione dei grassi e di aiuto al metabolismo: la dieta chetogenica (abbreviata in cheto) e il controllo degli obesogeni:
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È probabile che questo approccio rivoluzionario riduca drasticamente la quantità di obesogeni che consumi e ti aiuti ad accelerare il metabolismo, aumentando le tue possibilità di perdere peso con successo.
Grazie a questo approccio dietetico, molti principianti possono perdere fino a 4,5 kg, subito dopo aver iniziato. E non devono preoccuparsi di come evitare gli obesogeni contenuti nel cibo.
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